Le celebrazioni in corso e programmate per i 100 anni della pubblicazione del saggio-icona di Guido Dorso “La rivoluzione meridionale” ci sollecitano a soffermarci ancora una volta sull’attualità del messaggio politico e morale del meridionalista irpino a cui abbiamo ispirato tutta la nostra azione agli inizi degli anni’70. La prima considerazione che viene da fare è quella che negli ultimi decenni il pensiero di Dorso sia in parte o in tutto scomparso dall’interno della cultura del nostro Paese. Sono stati realizzati alcuni tentativi per recuperare questo grave vuoto che hanno visto un impegno nel creare nuove occasioni per una reale rinascita dell’organizzazione stessa della nostra cultura. Quest’ultimo obiettivo abbiamo cercato di perseguire da oltre cinquant’anni con l’Associazione Internazionale “Guido Dorso”, il Premio Dorso e la rivista Politica meridionalista-Civiltà d’Europa, attraverso nuove occasioni di dibattiti e di confronto con un sempre più ampio livello di condivisione e partecipazione anche di altre istituzioni meridionaliste. La seconda considerazione che oggi – forse ancora più che ai tempi di Dorso – il Mezzogiorno ha bisogno di quei “cento uomini di ferro” e la strada da lui indicata resta un passaggio obbligato. Il problema legato al rinnovamento della classe dirigente indicato da Dorso, che ormai investe peraltro l’intero Paese e non soltanto il Sud, va affrontato come una nuova “occasione storica” che non possiamo assolutamente perdere anche nel quadro dei nuovi impegni europei. La terza ed ultima considerazione è quella che riguarda in particolare il messaggio di speranza di speranza rivolto da Dorso alle nuove generazioni del Mezzogiorno. Nel riconoscerne il ruolo determinante per il rinnovamento del Sud, Dorso richiede a loro un forte e sempre maggiore impegno. E proprio ai giovani meridionali abbiamo dedicato in particolare la nostra attenzione in questi oltre 50 anni di attività, sottolineandone meriti e capacità e affidando ad una ideale staffetta tra loro ed alcuni esponenti di primo piano del Sud una delle possibilità di riscatto del territorio meridionale. Portando cosi avanti questi obiettivi abbiamo cercato di onorare e ricordare nel tempo il messaggio politico e morale di Guido Dorso e con lui quello di tutti quei grandi esponenti del nostro meridionalismo che hanno sempre creduto che il riscatto del Mezzogiorno sarebbe dovuto avvenire attraverso prima di tutto una profonda e reale trasformazione delle stesse coscienze meridionali.