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UN FORTE AUGURIO A ROBERTO NAPOLETANO, GIÀ PREMIO DORSO 1999, NUOVO DIRETTORE DEL GIORNALE IL MATTINO DI NAPOLI

2020 Roberto Napoletano interviene alla 41 edizione Premio Dorso~2

L’Associazione internazionale “Guido Dorso” con il Presidente Nicola Squitieri, il suo Segretario generale Francesco Saverio Coppola e tutto il Comitato scientifico presieduto dal prof. Andrea Amatucci, formulano i loro voti augurali a Roberto Napoletano per il nuovo incarico di Direttore del quotidiano il Mattino di Napoli.

Napoli – Università degli studi “Federico II” – aula magna – Roberto Napoletano Premio Dorso 1999 per il Giornalismo

Roberto Napoletano, da sempre vicino all’Associazione Dorso e alla sua missione, è stato assegnatario del premio Dorso nel 1999 per il giornalismo. Oltre aver ricoperto numerosi incarichi di responsabilità in diversi giornali, vogliamo ricordare la sua ultima iniziativa editoriale legata al Quotidiano del Sud che ha aperto un nuovo fronte per la discussione sui temi dello sviluppo del Mezzogiorno. Come saggista ha dedicato diversi libri ai temi di un paese disuguale, vogliamo ricordare i più recenti “La grande balla. Non è vero che il Sud vive sulle spalle del Nord, è l’esatto contrario” nel 2020 e “Un mondo capovolto. Perché il nuovo Sud unirà (finalmente) L’Italia” nel 2024.

La sua visione di un Mezzogiorno mediterraneo, concretizzata in due edizioni a Napoli del Feuromed (Festival area mediterranea) ci vede partecipi e sostenitori. Un uomo non solo di pensiero e di parole, ma di azione. Vogliamo fargli gli auguri citando il suo intervento del 2020 durante la 41° edizione del premio, che costituisce un messaggio forte per il Sud ma anche un suo programma alla guida del più importante giornale del Mezzogiorno.

“La vera sfida oggi è unire il Paese. La meridionalizzazione del Paese è un tema strutturale che spesso sfugge nelle analisi. C’è stata una stagione dimenticata da tutti, quella dell’unico vero miracolo economico italiano, quando intelligenza tecnica, riformismo cattolico e cultura laica si seppero intrecciare trasformando un paese agricolo di secondo livello prima in un’economia industrializzata e poi in una potenza economica mondiale. Questo avvenne con il piano Marshall e con una struttura tecnocratica di pochi uomini che seppero progettare e realizzare le loro idee. La sfida di oggi è unire il Paese dal punto di vista delle infrastrutture materiali e immateriali, avendo pochi e definiti progetti realizzabili e rendicontabili. La spesa sociale e quella infrastrutturale non sono state distribuite in modo intelligente, ed ha prevalso un egoismo coniugato a rassegnazione. Abbassando l’aspettativa si è danneggiato il territorio e se ne è ridotta la competitività. Il tallone di Achille del Mezzogiorno è la sua divisione interna.”