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Auguri di buon lavoro al nuovo Parlamento e Governo e ai ministri Fitto e Sangiuliano

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Il Presidente, Nicola Squitieri, il Segretario generale Francesco Saverio Coppola e il Comitato scientifico dell’Associazione internazionale  “Guido Dorso” augurano al nuovo Governo e al nuovo Parlamento buon e proficuo lavoro nell’interesse del Paese e del Mezzogiorno. Il Sud aspetta risposte concrete e rapide per il suo sviluppo. Bisogna fare uscire il Paese dal pantano burocratico, cercando di unirlo e non di dividerlo. L’autonomia differenziata così come concepita dalle regioni del Nord va messa in soffitta e ridotta a puro fenomeno amministrativo. Il Paese ha bisogno di coesione, come più volte affermato dal Presidente Mattarella. A livello governativo molte deleghe sono state variate e anche funzioni, speriamo che il gioco di squadra dei Ministri prevalga sull’ individualismo istituzionale. Ci auguriamo che l’opposizione, vada oltre i proclami e polemiche sterili, operi concretamente e sia di stimolo sulle questioni serie che vincolano lo sviluppo del Paese e del Mezzogiorno. Il PNRR come il QFP 2021-2027, con tante risorse già in cassa,  sono una  grande occasione , ma anche un grosso rischio, la questione dello sviluppo e dell’occupazione va affrontata con decisione ed efficacia. Il mare è un asset strategico fondamentale per il Paese e per il Sud per un Europa che guardi in maniera diversa al mediterraneo.

In particolare formulano sinceri voti augurali di buon lavoro ai nuovi ministri del Governo Meloni: Raffaele Fitto (Affari europei, politiche di coesione e Pnrr) e Gennaro Sangiuliano (Cultura) nell’auspicio che, nei rispettivi incarichi, potranno contribuire   al processo di sviluppo, economico, sociale e culturale del nostro Mezzogiorno. Ai ministri Fitto e Sangiuliano, un particolare augurio nel ricordo dell’assegnazione del premio Dorso rispettivamente per le istituzioni nel 2004 e per il giornalismo nel 2008. Ci auguriamo che questi tre ministri meridionali possano svolgere un ruolo importante per lo sviluppo del Mezzogiorno, in una visione nazionale, europea e mediterranea. Proprio su questi temi ci piace ricordare le parole dette dal Ministro Fitto nel 2004 e dal Ministro Sangiuliano nel 2008 in occasione dell’assegnazione dei Premi Guido Dorso.

Raffaele Fitto (Affari europei, politiche di coesione e Pnrr) – Premio Guido Dorso 2004

Fitto: «Desidero esprimere per questo riconoscimento il mio sentito ringraziamento al presidente Pera ed al presidente Squitieri su due livelli: il primo è istituzionale, perché l’istituzione che ho l’onore di rappresentare quest’anno annovera, nelle varie sezioni, numerosi premiati provenienti tutti dalla Puglia, e questo penso che sia un elemento di vitalità del tessuto produttivo, culturale e sociale della nostra regione. Un secondo livello del riconoscimento a me conferito va poi collegato e sottolineato all’azione e ad una caratteristica che contraddistingue i pugliesi, quella dell’accoglienza, che non sta a me sottolineare o ribadire cosa abbia voluto dimostrare in questi anni. Questo premio per me, anche alla luce dell’impegno politico e civile, della mia giovane età, costituisce un forte stimolo oltre un grande onore perché i valori che si riconoscono tradizionalmente nel confronto politico, sociale e civile del Mezzogiorno e l’impegno di uomini come Guido Dorso, costituiscono elementi importanti soprattutto per le nuove generazioni. Ritengo che oggi la questione meridionale — pur in una chiave moderna ed europea — deve essere affrontata sempre con una conoscenza adeguata dal punto di vista storico e culturale così come l’impegno politico e civile di Guido Dorso ci ha indicato».

 

Gennaro Sangiuliano (Ministro della Cultura) – Premio Guido Dorso 2008

Sangiuliano: Mi fa molto piacere ricevere questo premio dalla Commissione presieduta dal collega Nicola Squitieri che incontravo da giovane cronista sulle notizie; dal mio Rettore Guido Trombetti, perché vengo dalla prestigiosa Università “Federico Il”; dal prof. Andrea Amatucci con il quale ho tenuto l’esame di scienza delle finanze e alla presenza di uno dei miei maestri di giornalismo, il senatore Emiddio Novi che mi strappò alla vocazione al notariato (perché avrei dovuto fare il notaio secondo le intenzioni della mia famiglia) e mi catapultò, all’età di 19 anni, a fare l’editorialista del giornale di cui era direttore. Nella motivazione è stato ricordato un mio recente lavoro che è la biografia di Giuseppe Prezzolini. Ebbene esattamente cento anni fa veniva pubblicata “La Voce”, una straordinaria rivista che la critica ha ritenuto la più importante rivista culturale del ‘900 italiano. Fu la rivista di Croce, Gentile, Salvemini, Amendola, quella che Malaparte definì “la serra calda del fascismo e dell’antifascismo” perché c’erano Papìni, Soffici, ma c’erano anche tanti antifascisti. Ebbene uno dei primi numeri de “La Voce”, che non era una rivista di meridionalisti, perché erano soprattutto dei giovani fiorentini ad attivarla dedicata alla questione meridionale. Io farò  pubblicare, come ho concordato con il direttore Vittorio Feltri (un altro mio maestro), l’editoriale di Giuseppe Prezzolini. Vi invito perciò a rileggerlo perché è ancora oggi di grande attualità. Uno degli argomenti affrontati fu la questione ferroviaria al Sud e ciò nella convinzione che il Mezzogiorno non sarebbe potuto crescere se non si fosse affrontato il problema delle infrastrutture. Vorrei concludere con un appello. Il Mezzogiorno potrà crescere se la smettiamo con il meridionalismo piagnone e diciamo in maniera cruda e netta che occorre conoscere, con dati alla mano, come realmente stanno le cose. L’Istat quest’anno ci dice che il reddito procapite di  Slovenia, Ungheria e Croazia è superiore a molte regioni meridionali. Gaetano Salvemini cento anni fa scriveva “l’Italia finisce a Napoli e riprende sullo stretto di Messina” e Salvemini era pugliese non era certo un settentrionale. Se vogliamo perciò fare una vera e propria opera di servizio al Sud dobbiamo cominciare dalla denuncia chiara ed evidente dei fatti come realmente stanno.

Premio Guido Dorso 2008