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Intervento del Presidente dell’Associazione Dorso, Nicola Squitieri – 37° edizione

Squitieri-premio-dorso-2016

Autorità, Signore e Signori buonasera,

a nome dell’Associazione Dorso desidero rivolgere un cordiale saluto a tutti gli intervenuti, in particolar modo agli autorevoli rappresentanti del mondo delle istituzioni, della politica e della cultura che come ogni anno partecipano numerosi a questo nostro tradizionale appuntamento. Anche la 37.ma edizione del Premio Dorso si tiene in questa prestigiosa cornice del Senato della Repubblica che dal 2000 patrocina l’iniziativa, unitamente al Consiglio Nazionale delle Ricerche e all’Università di Napoli Federico II da sempre vicini al Premio. Ci piace così ancora una volta ribadire che l’aver legato la nostra iniziativa ad una delle massime istituzioni della Repubblica ha  significato  conferire alla stessa la più ampia visibilità delle sue finalità. Al Presidente Grasso – già destinatario nel 2003 del Premio Dorso nel corso di una memorabile edizione alla presenza del compianto Presidente Ciampi – desideriamo, in particolare, esprimere viva gratitudine per aver voluto, con sempre più rara sensibilità politica, confermare questo prezioso rapporto di collaborazione tra il Senato stesso e l’Associazione Dorso. Il Presidente Grasso – che purtroppo, per sopraggiunti impegni istituzionali, non potrà essere qui con noi questa sera, come pure avrebbe desiderato – ha inviato il suo saluto a tutti gli intervenuti formulando vivissimi rallegramenti ed  auguri ai premiati  con un particolare rinnovato apprezzamento per la nostra iniziativa.
Anche il Presidente della Repubblica, Mattarella, ha voluto confermare, nell’àmbito del Premio, l’assegnazione di un suo personale riconoscimento, che quest’anno viene assegnato all’Associazione per l’innovazione utile e sostenibile Futuridea di Benevento presieduta dall’on. prof. Carmine Nardone.
Un rinnovato ringraziamento  per il lavoro svolto desidero anche rivolgere all’autorevole commissione giudicatrice composta dal prof. Andrea Amatucci, Presidente del comitato scientifico dell’Associazione;  dal prof. Massimo Inguscio,  Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche al quale rinnoviamo i nostri auguri di buon lavoro; dal prof. Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università di Napoli “Federico II” e Presidente della Conferenza dei Rettori delle università italiane. Il Rettore Manfredi è qui rappresentato dal Prorettore,prof. Arturo De Vivo che ringrazio e saluto. Un grazie sincero si estende poi agli amici Francesco Saverio Coppola, segretario generale dell’Associazione e Michele Giannattasio, presidente del comitato promotore. Un saluto alle rappresentanze di alcune regioni tra cui l’Abruzzo qui presente con i centri studi Silone e Manàri attraverso gli amici Maurizio Di Nicola e Vincenzo Lucarelli.con i quali l’Associazione Dorso ha aperto proficui rapporti di collaborazione.
Un cordiale e grato saluto al Comitato scientifico-culturale dell’Associazione per la rinnovata preziosa collaborazione. Consentitemi  di salutare e ringraziare alcuni componenti del Comitato qui presenti: Gerardo Bianco, Cesare Imbriani, Giulio Tarro, Giuseppe Tesauro, Sergio Zoppi.

Ancora una volta cultura, ricerca, sviluppo e innovazione sono al centro del Premio Dorso  con  una attenzione particolare quest’anno  alla tematica legata alla difesa dei diritti umani ancora, troppo spesso colpevolmente e sistematicamente, violati in uno scenario globale dove la convivenza appare ogni giorno sempre più difficile.
La 37ma edizione del Premio Dorso  – anche attraverso tre dei nove premiati – rende omaggio alle grandi tradizioni culturali della terra di Basilicata. In questo spirito l’Associazione per la storia sociale del Mezzogiorno e dell’area mediterranea di Potenza, presieduta dal prof. Bruno Pellegrino e destinataria lo scorso anno della Targa del Presidente della Repubblica, ha voluto fare omaggio ai premiati e alla giuria del saggio a firma della prof.ssa Franca Assante dal titolo: In Basilicata nei secoli XVII e XX, uomini,istituzioni, mercato,  un equilibrio difficile. La designazione della città di Matera Capitale europea della cultura 2019 rappresenta una occasione storica di riscatto culturale e civile del Mezzogiorno ed una grande sfida nei confronti dell’intero Paese e dell’Europa; una sfida che andrà raccolta e vinta con un comune impegno. La straordinaria identità culturale del territorio meridionale costituisce infatti un patrimonio inestimabile da cui partire per realizzare un nuovo progetto di sviluppo socio economico del nostro Sud.  Un obiettivo quest’ultimo che l’Associazione persegue, con una tenace e generosa azione da oltre quarant’anni, nel valorizzare e promuovere le migliori risorse del territorio meridionale, attraverso un itinerario di rinnovato impegno etico, politico e civile. In questa direzione mi piace salutare i nuovi ambasciatori del Mezzogiorno che andranno ad arricchire da oggi il prestigioso albo d’onore del Premio Dorso: Guido Raimondi, Rossana Rummo, Raffaello de Ruggieri, Massimo Osanna, Miriam Serena Vitiello, Chiara Montefrancesco, Lucio De Giovanni. La loro importante testimonianza umana e professionale va additata alle nuove generazioni attraverso il simbolico passaggio di testimone che annualmente il Premio Dorso propone nelle sue finalità. In questo spirito la Sezione ordinaria del Premio Dorso viene quest’anno assegnata alla tesi di laurea della dott.ssa Lina De Vita dal titolo “Sistema bancario italiano e dualismo Nord-Sud ”. La dott.ssa De Vita ha condotto i suoi studi presso l’Università Parthenope di Napoli, un ateneo che nei suoi 90 anni di storia ha conseguito significativi traguardi didattici e scientifici. Siamo particolarmente lieti di salutare sia il  Rettore uscente, prof. Claudio Quintano, non senza ricordare che, nel 1998, è stato tra i destinatari del Premio Dorso e sia il  Rettore eletto, che sarà in carica alla Parthenope dal prossimo 1° novembre, prof. Alberto Carotenuto, al quale formuliamo i più sinceri voti augurali di buon lavoro.

Finalmente dopo ripetuti grida di allarme, ci sono da registrare quest’anno significativi segnali di speranza che si affacciano all’orizzonte economico del nostro Mezzogiorno se è vero come è vero che il Sud – secondo dati Svimez – ritorna a crescere nei consumi e negli investimenti, anche se ancora molto alti restano i tassi di povertà e di disoccupazione soprattutto quella giovanile, che non consentono al Sud di uscire dalla crisi. È questa comunque la conferma che tante energie produttive, presenti sul territorio meridionale, facendo sacrifici ogni giorno e rifiutando logiche assistenzialistiche o peggio ancora di malaffare, se adeguatamente sostenute, sanno esprimersi al meglio. In questa direzione un ruolo particolare deve giocare l’Europa che dovrà necessariamente ritornare alle origini, rileggendo e meditando sulle grandi sfide che diedero vita al Manifesto di Ventotene, attraverso il recupero ed il rilancio di quei valori ideali per troppo tempo dispersi. L’agenda politica dei prossimi anni non potrà non tener conto che il Mezzogiorno dovrà sempre più ospitare attività di alto valore aggiunto e ad occupazione qualificata, in grado di esportare beni e servizi in Europa e nel mondo. Il Mezzogiorno – come qualcuno ha sostenuto – non è una società disanimata, svuotata di energie, incapace di dibattiti, autocritiche e progetti. E proprio i destinatari di questa nuova edizione del Premio Dorso rappresentano la testimonianza dei grandi primati del Mezzogiorno in tutti i settori, dal mondo delle istituzioni a quello della ricerca, dell’economia, della cultura. In questo spirito desideriamo sottolineare, ancora una volta, l’attualità dell’appello ai meridionali di Guido Dorso, di cui ci apprestiamo a ricordare i 70 anni dalla morte. Per Dorso la questione meridionale era “l’aspetto più profondo della questione italiana “e che si dovesse agevolare “la formazione di una classe dirigente padrona dei termini del problema e mossa dalla passione di risolverla.”