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Gli 80 anni di Giuseppe Pirozzi, un maestro del panorama artistico contemporaneo

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Giuseppe Pirozzi destinatario del Premio Dorso (1980) e autore nel 1988 del simbolo del Premio stesso.

L’artista Giuseppe Pirozzi (80 anni l’11 marzo 2014) è senza dubbio una figura di primo piano nel panorama artistico contemporaneo. Accademico di San Luca e già Professore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, artisticamente attivo dagli anni Cinquanta, egli apre al pubblico, con una certa cadenza, il proprio storico atelier nel monumentale Palazzo Cimitile, nel cuore di Napoli,conducendo i visitatori in un viaggio coinvolgente alla scoperta dei significati e della genesi complessa delle sue opere scultoree, tra sculture, gioielli e grafiche, avvalendosi anche di documentazioni bibliografiche e fotografiche.
Nella grande proliferazione di eventi ed esposizioni si distinguono sempre le sue mostre. Come non ricordare la prima, impaginata nella suggestiva cornice di Villa Rufolo a Ravello, realizzata, nel 1999, con il contributo dell’Assessorato al Turismo della Regione Campania e dell’Ente Provinciale del Turismo di Salerno, con le sculture dal 1974 al 1999. Si trattò di una delle rare esposizioni personali in Campania nell’ambito della pluridecennale attività artistica dello scultore napoletano Giuseppe Pirozzi, da sempre legato alla costa amalfitana, ove si riposa e medita nelle pause di riflessione.
Espose venticinque opere in bronzo di medie e piccole dimensioni e alcuni preziosi pezzi di microscultura da indossare in argento, nonché alcune grafiche. Tutte le opere, realizzate in esemplare unico, appartenevano alla produzione degli ultimi anni.
Il catalogo fu presentato da un contributo di Massimo Bignardi, valente critico.
Molti critici hanno scritto sulla sua attività e tra questi Luigi Carluccio che così si esprimeva sull’operatore: “Negli anni ‘50 gli artisti napoletani dell’ultima generazione imposero la visione fantastica e drammatica della loro realtà. Su quella linea Pirozzi ha fatto una sua luce, ognuna delle sue opere tende a delineare un momento del trionfo possibile della ragione sull’istinto, dell’ordine sul caos, della forma olimpica sull’informe. Non senza, forse, una sofferta relazione con la realtà appunto di ogni giorno; con la corruzione delle cose, la degradazione delle idee, lo spettacolo quotidiano ch’esse danno ridotte a un sussulto di viscere”.
Nel 1980 gli fu consegnato, su nostra proposta, il prestigioso Premio “Guido Dorso”, nel corso di una memorabile cerimonia tenutasi al Circolo della Stampa di Napoli, con una motivazione che scrivemmo con sentimenti di sincera stima e ammirazione. E abbiamo continuato sempre, con articoli su varie riviste e diversi quotidiani, notazioni in radio, segnalazioni in tv, a precisare gli sviluppi della sua impegnata ricerca estetica.
La visualità inseguita da Giuseppe Pirozzi si divide tra raccolte indagini sull’humus della regione e considerazioni sui rimandi dei precipitati mitici. Nelle sue opere una doppia anima è afferrata, una doppia vitalità è impressa. Giuseppe Pirozzi indaga e vigila su mente e corpo dell’uomo e finemente cattura soffi di vita che potrebbero evadere.
Ma ricordiamo anche la sua mostra inaugurata il 27 dicembre 2011 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, intitolata “Oscilla e altri reperti – sculture 2010-2011”.
I raffinati oscilla di Pirozzi sono rilievi di terracotta che riproducono i “ritrovamenti” effettuati dall’artista scavando nella propria memoria del suo lungo e prestigioso percorso creativo.
Nel 1988, Pirozzi firmò il simbolo del Premio Dorso, che viene, annualmente, assegnato al Senato della Repubblica a giovani ricercatori e a esponenti del mondo delle istituzioni, dell’economia e della cultura, che hanno particolarmente contribuito attraverso la loro attività e il loro impegno a sostenere le esigenze di sviluppo e di progresso del Mezzogiorno d’Italia.