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Intervento del Presidente dell’Associazione Dorso, Nicola Squitieri – 28°edizione

A nome dell’Associazione “Guido Dorso”, che ho l’onore di presiedere, desidero rivolgere un grato saluto agli autorevoli componenti della Commissione giudicatrice del Premio: i professori Andrea Amatucci, presidente del Comitato scientifico; Roberto de Mattei, vicepresidente del C.N.R.; Guido Trombetti, Rettore Magnifico dell’Università di Napoli “Federico II”, per il loro contributo scientifico e culturale. Questa 29.ma edizione del Premio Dorso non vede più, purtroppo, tra i giurati e tra noi tutti – dopo 25 anni di proficua collaborazione – l’amico prof. Rocco Caporale, scomparso a New York il 30 giugno scorso, dopo un delicato intervento al cuore. In un quarto di secolo l’eminente studioso italo-americano, che fondò nel ’70 il dipartimento di sociologia alla St. Jhon’s University di New York, contribuì a formare un prestigioso albo d’onore della sezione internazionale del Premio Dorso, segnalando una serie di grandi personalità che hanno onorato e che onorano nel mondo il nostro Mezzogiorno. In questa direzione, l’ultimo impegno che il prof. Caporale aveva preso con l’Associazione, era stato quello che avrebbe invitato a ricevere il Premio Dorso l’italo-americana, di madre napoletana, Nancy Pelosi, presidente della Camera degli Stati Uniti. Una iniziativa questa che l’Associazione Dorso si farà carico di portare avanti anche nel ricordo del generoso impegno scientifico e culturale svolto dal prof. Caporale a favore di quel Mezzogiorno che Lui tanto amava; dagli studi sul dopoterremoto dell’80 in Irpinia; alle ricerche sull’emigrazione meridionale negli Stati Uniti e sull’organizzazione del voto degli italiani all’estero. E’qui presente questa sera in sala la prof.ssa Francesca Tedesco, nipote del prof. Caporale, che saluto e ringrazio. Il rinnovato patrocinio del Senato della Repubblica alla nostra iniziativa, conferma quel rapporto di consolidata collaborazione che si è instaurato, nel corso degli anni, con l’Associazione Dorso. Il Premio è diventato così un significativo appuntamento culturale, particolarmente atteso anche come preziosa occasione per parlare di Mezzogiorno, in questo palazzo così ricco di storia, che vide sessant’anni fa, con Enrico De Nicola, la nascita della nostra Carta costituzionale.

Ad Ella, Signor Vice Presidente Bonino, va il nostro più cordiale saluto, non senza ricordare il suo lungo impegno politico e civile assolto in ruoli di primo piano nel Parlamento e nelle istituzioni del nostro Paese e dell’Unione Europea. Un ringraziamento poi va a quanti hanno fatto pervenire la loro adesione, primo fra tutti, il Presidente della Repubblica. Nel confermare il suo alto Patronato alla nostra iniziativa, il Presidente Napolitano, destinatario nel 1998, del premio Dorso, augura in un suo personale messaggio “il pieno successo dell’iniziativa” ed “invia a tutti i destinatari del prestigioso riconoscimento il più cordiale saluto”. Non possiamo poi che guardare con particolare interesse all’appello rivolto, lo scorso mese di giugno, dal Presidente Napolitano alle associazioni meridionaliste affinché si crei un coordinamento, tra le diverse forze intellettuali e culturali del Mezzogiorno, per iniziative condivise, ben consapevoli di quanto male abbia fatto, anche in questo campo, il cronico individualismo meridionale. Anche per questa ventinovesima edizione, il Presidente della Repubblica ha voluto confermare l’assegnazione di un suo personale riconoscimento ad una istituzione del nostro Mezzogiorno. Quest’anno l’Associazione Dorso ha indicato quale destinatario della targa del Capo dello Stato il “Centro per la Formazione in economia e politica dello sviluppo rurale” di Portici, presieduto dal prof. Francesco de Stefano. Una prestigiosa istituzione, che si appresta a festeggiare i suoi 50 anni di attività, essendo stata fondata nel 1949 da Manlio Rossi-Doria, e che rappresenta un importante punto di riferimento nel settore della ricerca e della formazione post-universitaria. I Premi Dorso, secondo quanto previsto dalle finalità della nostra iniziativa, sono stati conferiti a personalità, che, nel Mezzogiorno e per il Mezzogiorno, con altissimo valore professionale e umano, operano in vari settori: dalle istituzioni alla politica, all’economia, alla ricerca, alla cultura, e a giovani studiosi che hanno approfondito, con le loro ricerche, le tematiche legate alle problematiche del nostro Sud. Le personalità premiate per il 2008 sono: Guido Bertolaso, Nicola Cabibbo, Michele De Maio, Giandomenico Di Sante, Giovanni Lettieri, Vincenzo Pavone, Umberto Ranieri, Gennaro Sangiuliano e Antonio Cepparulo che ha coordinato le autrici della ricerca destinataria del Premio Dorso.

Con i riconoscimenti assegnati ad alcuni autorevoli esponenti del mondo economico, la Commissione giudicatrice ha, poi quest’anno, inteso sottolineare, in particolare, anche alla luce di una crisi internazionale difficile e complessa, la necessità sempre più impellente per il riscatto del Mezzogiorno, di coniugare insieme termini come legalità, solidarietà e sviluppo. E ciò nella consapevolezza che, a nostro avviso, si renderà sempre più necessario un grande impegno sinergico e solidale tra le forze imprenditoriali e gli esponenti delle istituzioni ai vari livelli e del mondo della cultura e della società civile. Non ci stancheremo perciò di ripetere che occorrerà fare squadra, richiamando ciascuno alle rispettive responsabilità, affinché il processo di sviluppo del Mezzogiorno diventi realmente un prioritario impegno della classe politico-amministrativa del Sud. Va a questo proposito infatti ricordato che essa, proprio in alcune importanti realtà metropolitane come quella napoletana, non ha certo offerto grandi prove di particolare efficienza e responsabilità, creando gravissimi problemi sia a livello economico che di ordine pubblico, a cui lo Stato ha dovuto porre rimedio, restituendo legalità e rispetto delle regole del vivere comune. In questa direzione non possiamo non guardare con attenzione al disegno di legge sul federalismo fiscale come grande occasione storica per restituire voce al Sud attraverso un suo responsabile sviluppo autopropulsivo. Una riforma, è bene ribadirlo, che non dovrà lasciare indietro i più deboli rischiando che il Paese si divida in due ma, al contrario, dovrà contribuire ad uno sviluppo solidale, salvaguardando l’unità e l’indivisibilità della Repubblica. Sarà questa certamente l’occasione storica, per la classe dirigente del Mezzogiorno, di saper dimostrare una grande prova di efficienza ed operatività ai suoi nuovi compiti, evitando sprechi di risorse e nuove forme di assistenzialismo che tanto male hanno fatto alla crescita economica e sociale delle regioni meridionali. In questo contesto sarà anche necessario saper cogliere le opportunità offerte, a livello europeo, come ulteriori importanti occasioni di sviluppo. Ritorna così di grande attualità il messaggio politico e morale di Guido Dorso, con cui auspicava i “cento uomini di ferro”da impegnare per il riscatto del nostro Mezzogiorno. Desidero, infine, esprimere a tutti i premiati di questa 29.ma edizione, con l’augurio più sincero, la certezza che essi continueranno a portare avanti la loro importante testimonianza professionale e umana; una testimonianza che viene oggi onorata da un riconoscimento intitolato al nome di un grande meridionalista. Essi entrano da questo momento a far parte di quel prestigioso albo d’onore che li vedrà insigniti, di diritto, del titolo di “Ambasciatori del Mezzogiorno” nel nostro Paese e nel mondo.

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